27 maggio 2014

FILM AL CINEMA - "Le Meraviglie" di Alice Rohrwacher

Seguendo il tracciato del suo film d'esordio, "Corpo Celeste" (2011), Alice Rohrwacher racconta con delicatezza e pudore la storia di un'adolescente alle prese con i primi turbamenti. La rappresentazione è "dolceamara" perché, se non manca un contesto abbastanza duro a fare da sfondo alla vicenda di Gelsomina, sono comunque sempre presenti gli squarci di tenerezza e i momenti di comprensione. La maturazione della protagonista viene messa in scena con afflato corale, dando rilievo all'intera comunità-famiglia che la circonda: dal padre burbero ma in fondo affettuoso alla madre stanca e un po' in disparte, dalle sorelle comunque tra loro solidali agli "ospiti" come Cocò e Martin. Una sorta di piccola comune, residente nella campagna laziale e dedita all'apicultura, che sembra discendere da alcuni fermenti degli anni '60-'70 (anche se ci troviamo nei '90, difficili da decifrare se non fosse soprattutto per la canzone "T'Appartengo"). L'attrattiva verso qualcosa di radicalmente diverso viene rappresentata dal mondo dello spettacolo televisivo, impersonato da Monica Bellucci.
Il film procede con un ritmo volutamente lento, quasi sospeso, con inserti a tratti documentaristici. Lo stile adottato è quello del realismo lirico e inclina in una direzione "impressionistica", nel senso che punta all'evocazione delle atmosfere in una modalità estremamente vivida, procedendo per successione di differenti momenti a se stanti, dalla raffigurazione ambientale attraverso inquadrature che indugiano fino ai piani ravvicinati che scrutano i personaggi, dai diversi mutamenti di prospettiva di ripresa (spesso inconsueti) alla frequente rinuncia ai dialoghi in favore di pause narrative. Ciò che emerge è soprattutto uno spaccato di vita vissuta che sembra non avere altra pretesa che quella della propria messinscena. Il risultato espressivo non si può negare ma resta il dubbio che, alla sua seconda opera, la regista possa aver già imboccato la strada di una personale "maniera" tanto ricercata quanto a rischio di apparire un po' fine a se stessa.
Pier

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